Secondo che ognuno ci fa del bell'ingegno, ognuno ancora vuol avere il suo gusto particolare; e chi non ha tanto polso da giudicare co' proprj lumi, nel parlare per sentita dire non la dice mai giusta, anzi, per non peccar nel troppo, in pregiudizio del concetto che si vuol mantenere della propria abilità in conoscere il buono, si fa sempre di propria cortesia un po' di tara a quello che dicono di bene gli altri. In somma ognuno si studia alla grand'arte di ben parlare, e dimentica quella di ben tacere che talvolta, per trovarsi in supremo grado in chi scrive, non conseguisce tutta la dovuta lode da chi legge. Io non pretendo con questi bottoni d'andare a caccia di lodi, nè alla parata di critiche giudiziose. Può essere che il mio libro non vaglia niente, ancorchè mi paia che vaglia qualche cosa: forse l'esserne io troppo tenero o troppo imbriacato, mi può nascondere di gran difetti che altri di miglior vista, o più disappassionati, conosceranno meglio di me. In ogni caso, mi consolerò che in questo fatto il mio reato non sarà maggiore di chi dà fuora delle monete false ch'ei crede buone, e mi perdonerò più volentieri l'aver mancato di lumi per giudicar me stesso che di carità per assassinare il pubblico. Forse le Donne che stanno più su l'aria della galanteria mi accuseranno di poco gentile, e le più savie di troppo:
ma
Tacciansi quelle che 'l mio dir non giugne,
Per molto ch'io mi dica, ove il lor fare.
Tacciano queste, che a virtù sì chiareNuovo lume il mio dire in nulla aggiugne.
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Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263 |
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Donne
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