Più bel destino del suo non si può immaginare, e secondo che in questa amara separazione la perdita è tutta mia, non voglio che quelle lacrime che io dessi all'amicizia tra 'l fumo degl'incensi, restino indiziate o d'amor proprio o d'interesse di patria. Tanto è ingegnosa la filosofia d'un amico che ha lo spirito più bello del cuore. A chi piace, buon pro gli faccia: io, che non mi metto tanto in suggezione delle interpretazioni che potessero esser date al mio dolore, non mi vergogno di dire a chi non lo vuol sapere, che io come io non saprei risguardar la morte d'un amico con altro viso, che con quello d'un vigliacchissimo reo che vede gl'istrumenti della sua [tortura]. Il tempo, che ogni gran piaga salda, perderebbe la sua reputazione con la mia: il piacere, che mitiga ogni dolore, applicato al mio non farebbe altro che fortificar l'idea della perdita che averei fatta del maggiore di tutti i piaceri: e tutti i conforti, co' quali gli amici s'affaticassero per sollevarmi, non farebbono maggior impressione su la mia malinconia.
Ancorchè nell'amicizia io mi senta da non esser punto interessato per l'utile, confesso che mi sentirei da esserlo infinitamente per il tenero: e certo mi darebbe un grandissimo fastidio se dopo aver legato m'avvedessi che quell'altro, nell'amare, stesse su i vantaggetti, risparmiando con esso meco di quelle condescendenze e di quelle piccole attenzioni che gli piacesse l'esiger da me.
Un gran capitale è ancora per mantener l'unione una certa equità di mente.
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Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263 |
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