Per difetto di questa i giovani sono poco capaci di strignere, avendo ordinariamente delle passioni che rompono tutte le misure dell'amicizia; e come quelli, che secondo i loro differenti naturali, non hanno altre sottigliezze che mal intese, e che tutti, o poco o assai, danno in delle sfuriate, apprendono i consiglj d'un amico che faccia professione di sincerità e che si metta a star loro a tu per tu in tutti i loro trasporti. Per esempio: un giovane che si trovi impegnato in una galanteria e che si creda così facile la resa com'è stato l'attacco, come vogliamo noi dire che sentisse un vecchio soldato che gli trattasse di levar l'assedio? Le donne che sanno vivere, fanno da principio vedere ai loro appassionati di bellissime lontananze, e non occorre dire, in questo tutte sono a un modo, tanto le più savie, che non sono infinite, che quelle che basta loro il salvare un po' d'esteriorità che non va più adentro di quel che ce la spigne o il rimorso o il non poter far altro. Ora, egli [è] un po' difficile che un giovane di poca levatura arrivi a strigarsi del laberinto, a meno ch'ei non si lasci dar la mano a uno che n'intenda la pianta.
Quello, però, che inabilita maggiormente i giovani all'amicizia è quello stranissimo terror panico ch'e' pigliano a questo nome, Virtù. Questa par loro propriamente un appannaggio della vecchiaia, e stimerebbono di farsi un cattivo augurio con metter giudizio innanzi tempo, e cominciare a associare un tantino la ragione al governo de' sensi. E così come gli amici loro, non si contentano di farsi complici di tutti i loro spropositi, o almeno d'applaudirgli, già che il loro domandar consiglio non vuol dir altro che dite di sì, non fanno nè dicono mai bene.
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Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263 |
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Virtù
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