Per intender la ragione di questi doveri così delicati dell'amicizia, bisogna osservare una differenza grande che è tra essa e l'amore: che l'amore ha per oggetto il proprio godimento, e l'amicizia quello del compagno. Inteso questo, s'intende subito tutto il resto, e principalmente donde avvenga quel contegno così diverso che si vede tra gli amanti e gli amici nella varietà della fortuna. Quell'innamorato che vuole obbligar la Dama a esplicarsi, se non per parole, almeno per segni, non gli succede disgrazia in qualsivoglia genere, che per grande o piccola che sia, non corra subito a fargliene la confidenza per pigliar la misura di quello che ella sente nel cuore da quello che ella mostra sul viso. Così tutto quello ch'ei dà fuori gli ritorna tutto, che però più tosto che confidenza de' fatti proprj, questo si potrebbe chiamare un'invenzione di scoprire quei degli altri. Del resto, guarda ch'ei le dicesse mai il minimo de' suoi avvantaggi, delle sue consolazioni: come tutto il bene si vuol riconoscer sempre dal proprio merito, non si vuol correre risico che un altro lo riconosca dalla fortuna, e però alla Dama, la regola ordinaria, sempre guaj. Ora, si dia il caso che costei non ci si riscaldi più che tanto, buona notte: il solo dubbio di potersi essere ingannato infino a quel punto in giudicar della parzialità de' suoi sentimenti, gli fa diventar tanto veleno tutto il dolce delle passate dimostrazioni, e fortifica più i suoi sospetti che la continuazione di tutti i favori i più gentili e i più sinceri non averebbe rassicurata la sua passione.
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Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263 |
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Dama Dama
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