Tant'è, a chi sa amare, l'amicizia è ogni cosa: ricchezza senza fastidj, onore senza vanità, esercizio senza inquietudine, sanità senza alterazione, piacere senza amarezza.
Sì come Iddio è il sommo bene, così ha per appannaggio della propria natura l'esser beato per introversione. La nostra beatitudine (parlo come uomo) non può essere altrimenti che per espansione. Insino a trovare chi si versasse sarebbe facile: la difficoltà sarebbe in trovar cuori a tenuta di queste emancipazioni. Se gli uomini intendessero che cosa è, preferirebbono questo a ogni altro piacere, ma la difficoltà della prova è cagione del disaccerto della scelta. Nessuno vuol essere il primo a commettersi alla discriminazione del compagno, e intanto che ognuno aspetta di piè fermo, l'incontro non segue mai. Così, quanto ho detto dell'amicizia, se la natura non si sbraccia in fare un uomo d'un'altra stampa dall'ordinaria, si riduce a una bella cosa, ma tutta ideale. Io per la mia parte ne cercherò finchè io vivo con tutta l'applicazione immaginabile, e se la fortuna mi vorrà tanto bene che mi faccia trovare un uomo simile, e trovatolo, me gli faccia amare, vada il mondo per me sottosopra, mi rido che ci sia chi possa vantarsi d'obbligarmi a credermi sfortunato.
V - VI
Giudizio sopra Seneca, Plutarco e Petronio
Io mi farò da Seneca, e dirò sfacciatissimamente che io stimo assai più l'autore che l'opere. Io posso stimare un Maestro dell'Imperatore, un Amante dell'Imperatrice, un ambizioso pretendente all'imperio: il filosofo, lo scrittore, non gran cosa.
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Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263 |
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Iddio Seneca Plutarco Petronio Seneca Maestro Imperatore Amante Imperatrice
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