Il suo spirito predominato dalla curiosità e dalla passione, fu inclinato alla scoperta di cose recondite e alla Poesia.
Ognuno sa la passione ch'egli ebbe per Omero, e quello ch'ei fece per la memoria di Pindaro, quando nella demolizione di Tebe e nel totale esterminio de' suoi abitatori, ei non dette altra salvaguardia che alle case de' suoi discendenti.
Cesare, d'uno spirito un po' più raccolto, tirò a cavar dalle scienze quello che poteva far per lui, con che si direbbe che tutto il suo amor per le lettere si riducesse a interesse. Della filosofia d'Epicuro, da lui preferita a ogn'altra, sposò sopra tutto quello che risguarda l'uomo. Il suo principale studio però fu nell'eloquenza, come quella che nella Repubblica era il fondamento di tutti gli edifizj grandi. In morte di Giulia sua zia egli si fece sentire dai rostri, con grande applauso: egli inveì contro Dolabella, e susseguentemente perorò la causa de' prigioni della congiura di Catilina, con quel giudizio e con quella delicatezza che ognun vede.
D'Alessandro non abbiamo altro che si possa dir sicuramente che sia suo, se non alcuni detti, tutti spirito e galanteria, che ci scoprono ugualmente la grandezza del suo animo e la vivacità del suo genio.
Quello in che io trovo più lontani questi due cervelli è nella religione. Perchè in quanto a Alessandro, egli fu credulo fino alla superstizione, sempre rigirato da' Preti e impicciato con gli Oracoli: effetto, forse, non tanto del suo naturale quanto della gran lettura de' Poeti che, come i soli Teologi di que' tempi, ispiravano agli uomini il maggior timore degli Dij.
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Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263 |
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