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      Noi abbiamo due versioni di due poemi latini molto stimabili: e per la bellezza, e per la difficoltà dell'impresa. Quella di Breboeuf (sic) è stata generalmente applaudita: nè io sarò così severo o sofistico da oppormi a un'approvazione così piena. Dirò bene ch'egli ha portato la fuga di Lucano nella nostra lingua più là ancora che ella non va nella sua; e che nello sforzo ch'egli ha fatto per mettersi in un'ardenza uguale a quella del suo Poeta, gli riesce bene spesso di pigliar fuoco per sè. È ben vero che delle volte ancora s'abbandona, e quando Lucano arriva fortunatamente a dar giusto nella vera bellezza d'un pensiero, il buon Traduttore gli resta molto addietro, quasi gli venga voglia di mettersi all'opera di terra quando sarebbe tempo di tenersi e di mettersi a quella d'aria. Della mia prima censura ne troverete le giustificazioni in cento luoghi: della seconda, in alcuni; per esempio: per tradurreVictrix causa Dijs placuit, sed victa Catoni
      ei si contenta di direLes Dieux servent Cesar, [et] Caton suit Pompée
      espressione languidissima e che non ha che fare a mille miglia con la forza della latina; oltre di che ei non entra nè punto nè poco nel sentimento del Poeta, il quale in questo luogo, come invasato dall'idea della virtù di Catone, vuole innalzar Catone sopra gli Dij col metter in bilancio il suo voto particolare sul merito della causa con quello de' medesimi Dij: e Breboeuf, mettendo le mani in questa grand'immagine di Catone sopradivinizato, lo ritorna uomo, e uomo assuggettito a Pompeo.


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Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263

   





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