Quest'istessa irregolarità di gusto fa anche il destino dell'opere degli Autori. Io mi ricordo da giovane, Teofilo messo in Ciel Empireo da tutti i Cortigiani, che per esser forse d'un po' più facil contentatura di quei d'adesso, non davan lor negli occhj le sue strampalataggini e quelle sue cose buttate a quel mo' giù alla peggio. Poi gli ho veduto far le fischiate da ogni Versificatorello senza il minimo riguardo nè alla felicità della sua immaginativa, nè alla bellezza d'un genio veramente gentile.
L'istesso di Malherbe: Malherbe, l'elocuzione, la proprietà, il modo d'esprimersi, tutto era divino. A un tratto, ecco Malherbe dato giù, perchè? Perchè c'è montato il ghiribizzo del burlesco, della terza rima, degl'indovinelli.
Che, leva leva, non fu mai quello che si fece alla Pulzella di Chapelain alla sua prima uscita? Di lì a un po' di tempo ci siamo tutti veduti ritornar battendoci il petto da quel primo giudizio così precipitato. Questo però non fa ch'io non mi sia condotto a' miei giorni a veder una congiura formata espressamente per metterla in redicolo senza dar quartiere a quel che vi poss'esser di buono.
Se la gloria di Corneille non fosse d'un pezzo uscita di tutela dal capriccio degli uomini, averemmo veduto Corneille discreditato nella recita d'una forse delle sue migliori Tragedie.
Noi sappiamo le fischiate che abbiamo fatto ai due migliori Commedianti di questo mondo, e non occorre dire: svanita quella dirittura pazza, e ritornatoci il gusto, siamo tornati a ammirargli come prima.
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Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263 |
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