In quanto poi a codesto genio d'interesse del quale tanto vi vantate, egli è appunto quello che vi rende più disprezzabile; poichè degli scelerati illustri se ne contano molti, ma degli avari nessuno.
La grandezza dell'anima nostra non è compatibile con le sordidezze dell'avarizia. E poi, qual ingiustizia maggiore del tirar a sè solo tutto quello che fa il commercio e il comodo del genere umano per non servirsene a nulla?
Questo si chiama un mantener sempre vivo in corpo il delitto, e rubar al pubblico, per una maniera di furto perenne, tutto quello ch'[e'] s'è cavato una volta dai particolari.
Quelli che radunano con violenza per spander con profusione son più scusabili assai.
Il loro spendere è una spezie di restituire, e par che i rubati ritornino in su 'l loro quando il lusso rimette loro innanzi agli occhj quel che la rapina avea strappato loro dalle mani.
Se la cattiva fama v'è così indifferente: se l'ingiustizia vi fa così poco caso, abbiate almanco qualche riguardo alla vostra quiete.
A quel ch'io veggo, da che il danaro diventò padrone de' nostri desiderj, o ch'ei sia nella vostra borsa o in quella degli altri vi tormenta a un modo. Quel che non vi vien fatto di guadagnare v'affligge; quel che avete v'inquieta: e quel che in un modo o in un altro v'è uscito dalle mani vi crocifigge; e sì come non c'è cosa di maggior sodisfazione che aver danaro assai, e servirsene, così non c'è cosa più miserabile che esserne avido e spenderlo a paura.
Confesso che tutto quel che avete detto degl'ingrati non è meno ingegnoso che vero: ma se io avessi a dire, direi che quella gran delicatezza con la quale ne discorrete, sia più tosto frutto delle vostre osservazioni che della vostra esperienza.
| |
Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263 |
|
|
|