Non ci vergogniamo di restar debitori a un altro d'un pensiero che forse, e senza forse, a noi non sarebbe mai sovvenuto di fare una buona azione, e lasciamo tutti gli aditi aperti a chi ci consiglia a ben fare.
Ma egli è ch'e' ci parrebbe d'esser fatti fare se non ci rendessimo inesorabili a far del bene; e c'idolatriamo come sovrani di noi medesimi nella più vergognosa facilità a lasciarci svolgere pur che si tratti di far del male.
Venga uno a passar un buon ufizio: eccoci subito in allarme ch'ei non ci guadagni la mano, e d'amico non ci diventi padrone. Venga un altro a farci confidenza d'una calunnia, a riempirci la mente di cattive impressioni: costui ci vien col cuor in mano, ci vuol ben da vero.
Oh qui sì che vi meno buona, anzi vi lodo e vi consiglio, la circospezione: qui lo star con l'occhio alla penna: qui lo star in guardia contro certe insinuazioni delicate che ci posson portare a delle carriere.
Ma lasciamo questo discorso troppo generale, e torniamo a voi. Ditemi, per vita vostra, che cosa cavate voi mai da questo lasciarvi vedere, da questo lasciarvi parlar per lambicco? A che vi val questa grande scuola, che fate al vostro mostaccio, di guardature burbere o cortesi? Non vi parrebb'egli che il dar con giustizia e il negar con ragione fosse per tornar meglio agli altri e più comodo a voi?
Veramente abbiamo fatt'assai quand'abbiamo aggirato un pover uomo che depende tutto da noi! Voi credete di mostrar in ciò la finezza del vostro spirito, e non fat'altro che scoprir la malizia del vostro naturale.
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Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263 |
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