Tra tanta contrarietà d'interessi tra' quali il vostro c'è per uno, egli è un mal fare il mantener sempre in una perfetta lega la virtù e l'ambizione.
Chi lo sa fare merita una gran lode. Per altro, sapersi contentar alle volte del bene anche un po' annacquato e, bisognando, del minor male: non esiger sempre una dabbenaggine scrupolosa, e per ogni po' di mala fede non levar subito il campo a rumore.
Gli Dij, dice non so chi, non fecero mai maggior regalo agli uomini dell'anima del secondo Catone: solamente ne presero male il tempo: quella virtù che ne' principj della repubblica sarebbe stata creatrice, in su la fine, colpa dell'esser troppo depurata, riuscì rovinosa.
Quel Catone, che a essersi contentato di ridurre i suoi concittadini men cattivi avea salvato la patria, perde' sè e la patria per aver preteso di ridurgli buoni più di quel che bastava. Un'integrità un po' meno intera che si fosse accomodata a temporeggiar co' vizj di qualche particolare, averebbe divertita l'oppression generale. Per isfuggir la tirannia bisognava tollerar la prepotenza; con che si sarebbe conservata la Repubblica, corrotta, questo sì, ma però sempre Repubblica.
E però, Padron mio, non ci fissiamo tanto a voler il mondo com'egli averebbe a essere, chè non possiamo soffrirlo com'egli è; Guardiamoci bene di non camminar con quest'istessa connivenza con noi medesimi, e non faremo poco.
Destreggiamo con gli altri, e tiriamo pur giù a recisa con noi medesimi: nemici giurati del vizio nelle nostre proprie coscienze, non dichiariamo la guerra ai viziosi, chè ci faremmo nemici gli altri ancora.
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Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263 |
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