E però attendiamo a cavarne quello che con un po' d'industria se ne può cavar, dentro i termini della convenienza, e non ci ributtiamo per ogni difetto da persone che con altrettanta ragione potrebbon ributtarsi da noi.
E per ristrigner in poche parole tutto quello che potrebbe dirsi sopra sentimenti così opposti, tutto che nella lor contrarietà convengano in questo, di proceder tanto gli uni che gli altri da un soperchio attaccamento che tutti abbiamo a noi medesimi, dico: Che gli uni, per ragion del genio d'una virtù che non è buona per altri che per noi, ci sequestrano troppo dalla vita civile. Gli altri ci tirano nella sociabile per voltar tutti i dritti del pubblico al nostr'util privato. Se vogliamo andar dietro ai primi, saggiando le cose al paragone d'una virtù che il mondo non mette mai in opera, secondo noi tutto sarà corruttela. Se ci abbandoniamo ai secondi, saremo tutti corruttela noi medesimi. Noi viveremo tra gli uomini come se fossimo individui d'un'altra spezie, non curanti del merito delle persone, insensibili alle loro afflizioni e ai lor godimenti, e schiavi del nostro solo interesse.
Dall'una parte l'intenzioni son troppo stillate, dall'altra troppo torbide. Ma egli è più facile il far senza un bene, che una virtù inutile non produce, che il soffrire gli effetti d'una corruttela così velenosa.
Reflessioni su i diversi genj de' Romani
ne' diversi tempi della Repubblica
CAPO I
Egli è delle origini de' popoli come delle genealogie de' particolari. Nessun vuol principj bassi ed oscuri: questi danno in chimere, quegli in favole.
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Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263 |
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Romani Repubblica
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