Da questo che n'è derivato? N'è derivato, prima, che agli uomini da bene, e che avevano in odio il vizio, non pareva d'ammirare a bastanza quell'onorata dabbenaggine de' lor maggiori se non estendevano la lor ammirazione a tutte l'altre cose senza voler durar fatica a distinguere dov'ella ci andava e dove no. In secondo luogo, che tutti quelli che hanno avuto occasione d'essere o di chiamarsi poco sodisfatti del lor secolo si son versati in lodar l'antichità come quella che non aveva lor fatto mal nessuno. Terzo, che quelli che per lor fastidiosaggine avevano sempre che dire su tutto quel che vedevano, per una mera svogliatura facevan sempre miracoli di quello che non vedevano. Gli uomini i più di garbo sapevano ben considerar le cose con le debite distinzioni, e sapendo che tutti i secoli hanno il lor forte e il lor debole, giudicavano sanamente nel loro sè del tempo de' lor vecchj, ma nell'esterno si vedevano obbligati a andar con la piena e a gridare essi ancora, quando a ragione e quando a disragione, 'majores nostri, majores nostri', come sentivano gridare gli altri. In quest'abuso di venerazione così generale è venuto fatto agl'Istorici ancora il ricever come per contagione i medesimi sentimenti di rispetto per gli antichi, e facendo un Eroe d'ogni Console, chi aveva servito bene la Repubblica aveva fatto bene tutte l'altre cose.
Io non nego che il servirla bene non fosse un gran che, ma il volerlo far esser tutto è un po' troppo. Per far le parti giuste, direi che i buoni cittadini bisogni cercarli tra i primi Romani, e tra gli ultimi i buoni Capitani.
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Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263 |
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