La loro disciplina era veramente grande, ma la loro capacità di là da molto mediocre.
Dopo eziandio che la Repubblica fu divenuta più potente, v'è egli stato volta ch'egli abbiano avuto da fare con Capitani di grande esperienza, e che non ne siano stati battuti? Pirro gli vinse pure a tutta forza di scuola, onde Fabrizio ebbe a dire che non erano stati gli Epiroti quelli che avevano vinti i Romani, ma che semplicemente il Console romano era stato vinto dal Re degli Epiroti.
Nella prima guerra di Cartagine, Regolo disfece in Affrica i Cartaginesi in tante battaglie, che il mondo gli considerava già come tributarj de' Romani; e la cosa non batteva più in altro che nelle condizioni che, per verità, secondo che si pretendeva, erano insopportabili, quando in un corpo d'ausiliarj arriva un certo Xantippo lacedemone.
Questo Greco, uomo di valore e d'esperienza, s'informa diligentissimamente dell'ordine tenuto dai Cartaginesi e della condotta de' Romani. Ben inteso il tutto, conclude che nel mestiero del far la guerra nè gli uni nè gli altri sanno dove s'abbiano la testa: e tanto la discorre tra i soldati, che il Senato di Cartagine arriva a intendere il poco caso che costui fa de' loro nemici. Per curiosità si vuol sentirlo, ed egli, fatto toccar con mano gli errori passati, s'impegna, quando voglino fidargli il comando dell'armata, a prometter la vincita d'una battaglia.
Secondo che in uno stato disperato un si fida più facilmente d'ogni altro che di se medesimo, le gelosie, per altro sempre fatali al merito de' forestieri, si veddero quel giorno obbligate a cedere alla necessità presente, e i più potenti, oppressi dall'apprensione dell'ultima rovina, abbandonarono il tutto a Xantippo senz'avergliene invidia.
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Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263 |
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