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      Io non nego che gli antichi non avessero potuto mettere questa maniera di componimento su un'aria più nobile, e che avesse un non so che di più galante; ma il non averlo fatto fu più ruvidezza di quei secoli che mal gusto dei compositori.
      I Poeti oggigiorno intendono così poco i costumi, come quei d'allora la galanteria. A considerare gli uomini sul palco, si direbbe che non fossero più quelli, e che non vi fossero più nè avari, nè prodighi, nè umori gentili e trattabili, nè naturali ruvidi e dispettosi, in somma, che l'umanità fosse ridotta a sua semplicità assoluta, tanto ce la fanno sempre vedere in tutti i suoi individui sotto l'istesso carattere, di che non ne so vedere ragione nessuna: se a sorte non è che le donne abbiano spuntato che oramai in questo mondo non ci abbia a essere altro mestiero che quello dell'innamorato.
      Comunque si sia, bisogna confessare che gli Spagnoli hanno altra inventiva che noi: e di qui è che noi abbiamo preso da loro la maggior parte de' suggetti, i quali poi, a dire il vero, abbiamo impinguato di certe tenerezze e di certi discorsi più naturali dei loro, con esserci anche tenuti molto più sul regolare e sul verisimile. La ragione di questa differenza è che in Spagna, dove le donne sono non so se più invisibili che inaccessibili, bisogna che il Poeta arruoti la sua immaginazione su la difficoltà di far trovare gli amanti insieme; dove che in Francia, secondo che per la gran libertà del commercio non c'è cosa più facile di questa, tutta l'arte ha a consistere nella naturalezza e nella tenerezza d'esprimere una passione.


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Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263

   





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