Altri hanno unito come due suggetti in un'istessa commedia, intrecciandogli così giudiziosamente insieme, che con tutta quella mutazione così sensibile, che per altro potrebbe offendere gli spettatori, non c'è che dire, piacciono in ogni modo. In queste cose non bisogna voler pretendere la regolarità, ma che importa? c'è il diletto: e gl'Inglesi sono persuasi che quella libertà che si piglia per piacere vada preferita a quella suggezione della quale un ingegno sterile e stentato si fa un'arte di venire a noia.
La regola, non è dubbio, ci vuole per evitar la confusione: ci vuole il giudizio per annacquare un'immaginativa che piglia fuoco facilmente: ma ci vuole ancora la discrizione di levare alla regola quella seccaggine che affatica, e di separar dal giudizio quella superstizione che, per non discostarsi dal [giudizio] per appunto, non s'accosta mai al facile e al naturale.
Essendo l'inventiva una cosa che chi non l'ha dalla madre natura non l'acquista mai con l'arte, tutti quelli che ne nascono senza, e se lo conoscono, sì come per esser qualche cosa non hanno altro partito da pigliare che il buttarsi alla regolarità, così per ogni poco che un'opera si difetti in questo genere non ne vogliono sentir parlare. A questi tali so benissimo che le Commedie inglesi saranno feccia: ma per quelli che vogliono ridere, per quelli che pigliano gusto a conoscere i deboli de' cervelli, che si sentono razzolare dalla rappresentazione viva de' caratteri personali, dico che le Commedie inglesi saranno sempre una gran bella cosa, e forse, e senza forse, le stimeranno superiori a quante se n'abbiano mai vedute.
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Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263 |
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