Se avessi a dire io (e può essere che io dicessi male, ma il genio è questo) direi che dovessimo contentarci di ripigliare il gusto delle nostre Commedie tanto belle, e che s'arricchissero con de' balletti e della musica, ma dispensata con una tale economia che non pregiudicassero in niente all'azione, per esempio. Si potrebbe cantare il prologo con varie accompagnature galanti e maestose: si potrebbono cantare gl'intermedj, cavati con giudizio da quel che si rappresenta atto per atto, per modo che venissero a essere come uno stillato dell'azione, stemperato deliziosamente nella soavità del canto: e da ultimo si potrebbe cantare un epilogo, cavato esso ancora dall'intero dell'istoria, o della favola che si sia, con qualche riflessione su le cose più essenziali e più belle della medesima. Così crederei che si venisse a fortificar maggiormente negli animi degli spettatori l'idea di quello che avessero veduto, e insieme insieme raccomandargliela in un certo modo, e rendergliela più cara mandandogli via sodisfatti nella mente e ne' sensi, onde non avessero a dolersi che fosse loro mancato il sollievo d'un po' di musica in una rappresentazione pura pura, nè la forza della rappresentazione nelle languidezze d'una musica eterna.
Già che io ho cominciato a fare il saccente, non mi guarderò dal dirvi un altro sentimento che ho su tutte le feste teatrali dove entri musica; e in questo veramente mi do ad intendere di non dir male affatto. Il mio sentimento è di lasciare al Poeta tutta la libertà ch'ei vuole, parendomi dovere che la musica abbia a servire alla poesia, e non la poesia alla musica: e però, dal solo Battista in poi, ogn'altro Compositore riceva i suoi ordini dal Poeta: Battista intende troppo le passioni, e va troppo adentro nel cuore umano per aver a far da subalterno.
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Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263 |
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Commedie Poeta Battista Compositore Poeta Battista
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