La Gentilità, così vana e così credula, che trovava degli Dij per tutti i buchi, se osserviamo, sul teatro ne fu parchissima. In oggi, che questa superstizione è del tutto abolita, i Signori Italiani, con la predicazione de' Commedianti, hanno ristabilito nel mondo le Deità de' Pagani, nè si sono curati d'imbarazzar le menti degli uomini con queste scioccherie redicolose per accrescer lustro alle loro Opere con questo abbagliante e falso ammirabile. L'Italia ha durato a patire un pezzo di questo male: adesso, intendo che ne comincia a guarire e che, abiurata questa spezie d'eresia teatrale, si sia data tanto quanto a ben fare, ripigliando sentimenti se non del tutto ortodossi almeno non così notoriamente erronei o temerarj, e che con un poco di connivenza la ragione e il buon gusto gli possano o tollerare o dissimulare. Intanto noi altri, in materia delle Deità e delle machine, facciamo l'istesso che fanno ordinariamente i Tedeschi delle nostre mode: noi ne pigliamo una che gl'Italiani cominciano a lasciare; e come se ci vergognassimo d'esserci lasciati prevenire nell'invenzione, diamo in eccesso nell'uso d'una cosa che quegli, se avevano introdotto con poco avvedimento, avevano almeno praticato con descrizione. In effetto, noi ricopriamo la terra di Deità, e dove gl'Italiani, a tempo e a luogo, ne facevano venir qualcheduna in qualche caso di bisogno, e bisogno grande, noi le facciamo discender dal cielo a sciami, e le facciamo saltare e ballare a tutta passata; e sì come l'Ariosto è andato di là dal mirabile del Poema per l'incredibile della favola, noi siamo andati di là dalla favola medesima con un'oglia podrida di Deità, di Pastori, d'Eroi, di Negromanti, di
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Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263 |
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