Appena accortosi della presenza di quei due legni sospetti, contro i quali non poteva lottare di velocità, si era fermato, inalberando un gran drappo.
Nel vedere quel vessillo, Sandokan fece un salto innanzi.
— La bandiera del rajah Brooke, dello «Sterminatore dei pirati»! — esclamò, con intraducibile accento d'odio. — Tigrotti! all'abbordaggio! all'abbordaggio!... Un urlo selvaggio, feroce, s'alzò fra i due equipaggi, ai quali non era ignota la fama dell'inglese James Brooke, diventato rajah di Sarawack, nemico spietato dei pirati, un gran numero dei quali erano caduti sotto i suoi colpi.
Patan, d'un balzo, fu al cannone di prua, mentre gli altri puntavano la spingarda ed armavano le carabine.
— Devo cominciare? — chiese a Sandokan.
— Sì, ma che la tua palla non vada perduta.
— Sta bene!
Di repente una detonazione echeggiò a bordo della giunca, ed una palla di piccolo calibro passò, con un acuto fischio, attraverso le vele. Patan si chinò sul suo cannone e fece fuoco, l'effetto fu pronto: l'albero maestro della giunca che si era spaccato alla base, oscillò violentemente innanzi e indietro e cadde in coperta, colle vele e tutti i suoi cordami. A bordo del disgraziato legno si videro degli uomini correre sulle murate e poi sparire.
— Guarda, Patan! — gridò il Ragno di Mare.
Un piccolo canotto, montato da sei uomini, erasi staccato dalla giunca e fuggiva verso le Romades.
— Ah! — esclamò Sandokan, con ira. — Vi sono degli uomini che fuggono, invece di battersi! Patan fà fuoco su quei vili!
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