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      I latrati del cane si avvicinavano sempre e ben presto i due pirati si trovarono in presenza di un brutto negro, vestito d'un paio di calzoncini rossi e che teneva a guinzaglio un mastino.
      — Dove vai? — gli chiese Sandokan, sbarrandogli la via.
      — Cerco la pista di una tigre — rispose il negro.
      — E chi ti ha dato il permesso di cacciare nei miei boschi?
      — Sono al servizio di lord Guldek.
      — Sta bene! Dimmi ora, schiavo maledetto, hai udito parlare di una fanciulla che si chiama la «Perla di Labuan»?
      — Chi non conosce in quest'isola quella bella creatura? È il buon genio di Labuan che tutti amano e tutti adorano.
      — È bella? — chiese Sandokan, con una viva emozione.
      — Credo che nessuna donna possa eguagliarla. Un forte sussulto agitò la Tigre della Malesia.
      — Dimmi — riprese, dopo un istante di silenzio. — Ove abita?
      — A due chilometri da qui, in mezzo ad una prateria.
      — Basta così; va' e, se ti preme la vita, non volgerti indietro.
      Gli diede un pugno d'oro e quando il negro fu scomparso si gettò ai piedi di un grande artocarpo, mormorando:
      — Aspettiamo la notte e poi andremo a spiare i dintorni.
      Patan lo imitò, sdraiandosi all'ombra di un arecche ma colla carabina sottomano.
      Dovevano essere le nove pomeridiane, quando un avvenimento inatteso venne ad interrompere la loro aspettativa.
      Un colpo di cannone era echeggiato verso la costa, facendo bruscamente tacere tutti gli uccelli che popolavano i boschi. Sandokan balzò in piedi colla carabina fra le mani, tutto trasfigurato.
      — Un colpo di cannone!


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Le Tigri di Mompracem
di Emilio Salgari
pagine 343

   





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