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      Sandokan così parlando si era rizzato dinanzi alla finestra coi pugni chiusi e i denti stretti, tutto fremente di collera.
      Gli parve di essere diventato un gigante e di udire in lontananza le urla dei suoi tigrotti che lo chiamavano alla pugna e il rombare delle artiglierie.
      Tuttavia egli rimase là, come inchiodato dinanzi alla finestra, trattenuto da una forza superiore al suo furore, cogli occhi sempre ardentemente fissi sulla giovane lady.
      — Marianna! — esclamò ad un tratto. — Marianna!
      A quel nome adorato, quel trabocco d'ira e d'odio sfumò come nebbia al sole. La Tigre tornava uomo e per di più amante!...
      Le sue mani corsero involontariamente al gancio e con un rapido gesto aprì la finestra.
      Un buffo d'aria tiepida, carico del profumo di mille fiori, entrò nella stanza. Nel respirare quei profumi balsamici, il pirata si sentì inebriare e ridestarsi nel cuore, più forte che mai, quella passione che un momento prima aveva cercato di soffocare.
      Si curvò sul davanzale ed ammirò in silenzio, fremente, delirante, la vaga lady. Una febbre intensa lo divorava, il fuoco gli guizzava per le vene riversandosi nel cuore, nubi rosse gli correvano dinanzi agli occhi, ma anche in mezzo a queste vedeva sempre colei che l'aveva stregato.
      Quanto rimase là? Molto tempo senza dubbio, poiché quando si scosse, la giovane lady non era più nel parco, il sole era tramontato, le tenebre erano calate e in cielo scintillavano miriadi di stelle.
      Si mise a passeggiare per la stanza, colle mani incrociate sul petto e la testa china, assorto in cupi pensieri.


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Le Tigri di Mompracem
di Emilio Salgari
pagine 343

   





Tigre