I convitati fecero un'ultima volta onore alle bottiglie del generoso lord, poi tutti si alzarono e discesero nel parco, accompagnati da Sandokan e dalla lady.
— Signori — disse lord James. — Spero che voi mi verrete a trovare presto.
— Siate certo che non mancheremo — dissero in coro i cacciatori.
— E speriamo che non vi manchi l'occasione di essere più fortunato, baronetto William — disse, rivolgendosi verso l'ufficiale.
— Tirerò meglio — rispose questi, lasciando cadere su Sandokan uno sguardo corrucciato. — Permettetemi ora una parola, milord.
— Due, mio caro.
L'ufficialetto gli mormorò alcune parole all'orecchio, che nessuno potè udire.
— Sta bene — rispose il lord, dopo. — Ed ora buona notte amici e che Dio vi preservi dai cattivi incontri.
I cacciatori salirono in arcione e uscirono dal parco di galoppo. Sandokan, dopo aver salutato il lord che pareva fosse diventato tutto d'un tratto assai di cattivo umore, e stretta appassionatamente la mano alla giovane lady, si ritirò nella propria stanza.
Invece di coricarsi egli si mise a passeggiare in preda ad una viva agitazione. Una vaga inquietudine si rifletteva nel suo viso e le sue mani tormentavano l'impugnatura del kriss.
Egli pensava senza dubbio a quella specie di interrogatorio fattogli subire dall'ufficiale di marina e che poteva nascondere un tranello abilmente tesogli. Chi era quell'ufficiale? Quali motivi lo avevano spinto a interrogarlo in quel modo? L'aveva forse incontrato sul ponte del piroscafo in quella notte di sangue?
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