Vi entrò, lo risalì per una cinquantina di metri, schiacciando migliaia di vermi d'acqua, e, giunto di fronte ad un grosso ramo, vi si aggrappò, issandosi su di un frondoso albero.
— Ecco ciò che basta per far smarrire le mie tracce anche ai cani — disse. — Ora posso riposarmi, senza tema di venire scoperto.
Era là da una mezz'ora, quando un lieve rumore, che sarebbe sfuggito ad un orecchio meno acuto del suo, si fece udire a breve distanza. Scostò lentamente le fronde, trattenendo il respiro, e gettò sotto la cupa ombra del bosco uno sguardo indagatore.
Due uomini, curvi, fino a terra, si avanzavano, guardando attentamente a destra, a sinistra e dinanzi. Sandokan riconobbe in loro due soldati.
— Il nemico! — mormorò. — Mi sono smarrito o mi hanno seguito così da vicino? I due soldati, che cercavano le orme del pirata a quanto pareva, dopo aver percorso alcuni metri si fermarono quasi sotto l'albero, che serviva da ricovero a Sandokan.
— Sai, John, — disse uno dei due, la cui voce tremava, — che io ho paura nel trovarmi sotto questa scurissima boscaglia?
— Anch'io, James — rispose l'altro. — L'uomo che cerchiamo è peggio di una tigre, capace di piombarci improvvisamente addosso e di spacciarci entrambi. Hai veduto come ha ucciso nel parco il nostro compagno?
— Non lo scorderò mai, John. Sembrava non un uomo, ma un gigante, pronto a farci tutti in minutissimi pezzi. Credi tu che riusciremo a prenderlo?
— Ho i miei dubbi, quantunque il baronetto William Rosenthal abbia promesso cinquanta fiammanti sterline per la sua testa.
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Sandokan John James John William Rosenthal
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