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      Mentre tutti noi lo inseguiamo verso l'ovest per impedirgli di imbarcarsi su qualche praho, forse, corre verso il nord o il sud.
      — Ma domani, o posdomani, alla più lunga, partirà qualche incrociatore e gli impedirà di fuggire.
      — Hai ragione, amico. E così, che cosa facciamo?
      — Andiamo prima alla costa, poi vedremo.
      — Aspetteremo prima il sergente Willis, che ci segue?
      — L'attenderemo alla costa.
      — Speriamo che sfugga al pirata. Andiamo, rimettiamoci in marcia, per ora.
      I due soldati diedero un ultimo sguardo all'ingiro e si rimisero a strisciare verso l'ovest, scomparendo fra le ombre della notte.
      Sandokan, che non aveva perduto sillaba dei loro discorsi, attese una mezz'ora, poi si lasciò scivolare dolcemente a terra.
      — Sta bene — diss'egli. — Mi inseguono tutti verso l'occidente; io piegherò sempre verso il sud, dove so ormai di non incontrare nemici. Stiamo attenti però. Ho il sergente Willis alle calcagna.
      Riprese la silenziosa marcia, dirigendosi verso il sud, riattraversò il torrente e si aprì il passo attraverso una fìtta cortina di piante.
      Stava per girare attorno ad un grosso albero della canfora, che gli sbarrava il passo, quando una voce minacciosa, imperiosa, gridò:
      — Se fate un passo, se fate un gesto, vi uccido come un cane!
      GIRO-BATOLIl pirata senza spaventarsi per quella brusca intimazione, che poteva costargli la vita, si voltò lentamente, stringendo la sciabola, pronto a servirsene. A sei passi da lui, un uomo, un soldato, senza dubbio il sergente Willis menzionato poco prima dai due cercatori di piste, si era alzato dietro ad un cespuglio e lo prendeva freddamente di mira, risoluto, a quanto pareva, a eseguire alla lettera la minaccia.


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Le Tigri di Mompracem
di Emilio Salgari
pagine 343

   





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