Il suo compagno invece, sdraiato a poppa, non staccava gli sguardi dal luogo ove doveva trovarsi l'isola di Labuan, ormai scomparsa fra le ombre della notte. Navigavano da un paio d'ore, quando gli occhi acutissimi del malese scorsero un punto luminoso brillare sulla linea dell'orizzonte.
— Un veliero o un legno da guerra? — chiese con ansietà.
Sandokan, sempre immerso nei suoi dolorosi pensieri, non si era accorto di nulla.
Il punto luminoso ingrandiva paurosamente e pareva che s'alzasse sempre di più sulla linea dell'orizzonte. Quella luce bianca non doveva appartenere che ad un vascello a vapore. Doveva essere un fanale acceso alla cima del trinchetto. Giro-Batol cominciava a dimenarsi; le sue inquietudini aumentavano di momento in momento, tanto più che quel punto luminoso pareva che si dirigesse direttamente verso la canoa.
Ben presto al di sopra del fanale bianco ne comparvero altri due; uno rosso ed uno verde.
— Una nave a vapore — disse.
Sandokan non rispose. Forse non lo aveva udito.
— Mio capitano — ripetè. — Una nave a vapore!...
Il capo dei pirati di Mompracem questa volta si scosse, mentre un terribile lampo gli balenava nei cupi sguardi.
— Ah!... — disse.
Si volse con impeto e guardò l'immensa distesa del mare.
— Ancora un nemico? — mormorò, mentre la sua destra correva istintivamente al kriss.
— Lo temo, mio capitano — disse il malese.
Sandokan fissò, per alcuni istanti, quei tre punti luminosi che s'avvicinavano rapidamente, poi disse:
— Pare che corra verso di noi.
— Lo temo, mio capitano — rispose il malese.
| |
Labuan Mompracem
|