— Alt, o vi faccio colare a fondo!...
Sandokan si era vivamente alzato, dicendo in buon inglese:
— Per chi mi prendete?...
— Toh!... — esclamò l'ufficiale con stupore. — Un sergente dei sipai!... Cosa fate voi qui, al largo di Labuan!...
— Vado alle Romades, signore — rispose Sandokan.
— A cosa fare?
— Devo portare degli ordini per lo yacht di lord James Guillonk,
— Si trova laggiù quel legno?
— Sì, comandante.
— E vi andate su di una canoa?
— Non ho potuto trovare di meglio.
— Badate, perché vi sono dei prahos malesi che ronzano al largo.
— Ah!... — fece Sandokan, frenando a stento la gioia.
— Ieri mattina ne ho veduti due e scommetterei che venivano da Mompracem. Se avessi avuto qualche cannone di più non so se a quest'ora sarebbero ancora a galla.
— Mi guarderò da quei legni, comandante.
— Vi occorre nulla, sergente?
— No, signore.
— Buon viaggio.
La cannoniera riprese la corsa dirigendosi verso Labuan, mentre Giro-Batol orientava la vela per filare verso Mompracem.
— Hai udito? — gli chiese Sandokan.
— Sì, mio capitano.
— I nostri legni battono il mare.
— Vi cercano ancora, mio capitano.
— Non crederanno alla mia morte.
— No di certo.
— Quale sorpresa pel buon Yanez, quando mi vedrà. Bravo ed affezionato compagno!
Tornò a sedersi a poppa, cogli sguardi sempre fissi in direzione di Labuan e non parlò più. Il malese però lo intese parecchie volte a sospirare.
All'alba, solo centocinquanta miglia separavano i fuggiaschi da Mompracem, distanza che potevano superare in meno di ventiquattro o trenta ore se il vento non veniva meno.
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