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      ... Ed è dal giorno in cui ho veduto quella creatura che io sono in questo stato, Yanez. E l'ho sempre dinanzi quella visione celeste; ovunque volga lo sguardo io la vedo sempre, sempre, sempre quel genio scintillante di bellezza che mi abbrucia, che mi consuma!...
      Il pirata si alzò con brusco gesto, col volto alterato, coi denti convulsamente stretti. Fece alcuni giri attorno alla stanza, come se cercasse di allontanare quella visione che lo perseguitava e calmare le ansie che lo torturavano, poi si fermò dinanzi al portoghese, interrogandolo collo sguardo, ma questi rimase muto.
      — Tu non lo crederai, — riprese Sandokan, — ma io ho lottato tremendamente prima di lasciarmi vincere dalla passione. Ma né la ferrea volontà della Tigre della Malesia, né il mio odio per tutto ciò che sa di inglese hanno potuto frenare gli impeti del cuore.
      «Quante volte ho tentato di spezzare la catena! Quante volte quando mi assaliva il pensiero di dover un giorno, per sposare quella donna, abbandonare il mio mare, por fine alle mie vendette, abbandonare la mia isola, perdere il mio nome di cui andavo un dì tanto altero, perdere i miei tigrotti; ho cercato di fuggire, di porre fra me e quegli occhi affascinanti una barriera insormontabile! Eppure ho dovuto cedere, Yanez. Mi sono trovato fra due abissi: qui Mompracem coi suoi pirati, fra il balenar dei suoi cento cannoni e i suoi vittoriosi prahos; là quell'adorabile creatura dai biondi capelli e gli occhi azzurri. Mi sono librato a lungo esitando e sono precipitato verso quella fanciulla dalla quale, lo sento, nessuna forza umana saprà strapparmi.


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Le Tigri di Mompracem
di Emilio Salgari
pagine 343

   





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