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      IL CAPORALE INGLESEQuando si svegliò si trovò coricato sull'ottomana, trasportatovi dai malesi addetti al suo servizio.
      I vetri spezzati erano stati tolti di là, gli ori e le perle erano state ricollocate negli scaffali, i mobili raddrizzati e accomodati alla meglio. Solo si vedevano le tracce lasciate dalla scimitarra del pirata sulle tappezzerie che pendevano ancora lacerate dalle muraglie.
      Sandokan si stropicciò parecchie volte gli occhi e si passò più volte le mani sull'ardente fronte come se cercasse di rammentarsi ciò che aveva commesso.
      — Non posso aver sognato — mormorò. — Sì, ero ebbro e mi sentivo felice, ma ora il fuoco torna ad avvampare nel mio cuore; che non lo possa spegnere più mai? Quale passione ha invaso il cuore della Tigre!...
      Si strappò di dosso la divisa del sergente Willis, indossò nuove vesti scintillanti d'oro e di perle, si mise in capo un ricco turbante sormontato da uno zaffiro grosso quanto una noce, si passò fra le pieghe della fascia un nuovo kriss e una nuova scimitarra e uscì.
      Aspirò una boccata d'aria marina, che gli dissipò completamente gli ultimi vapori dell'ebbrezza, guardò il sole che era già assai alto, poi si volse verso oriente guardando in direzione della lontana Labuan e sospirò.
      — Povera Marianna!... — mormorò, comprimendosi il petto.
      Percorse con quegli occhi d'aquila il mare e guardò ai piedi della rupe. Tre prahos, colle grandi vele spiegate, stavano dinanzi al villaggio, pronti a prendere il largo.
      Sulla spiaggia i pirati andavano e venivano, occupati a imbarcare armi, munizioni da bocca e da guerra e cannoni.


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Le Tigri di Mompracem
di Emilio Salgari
pagine 343

   





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