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      — E tuttavia bisogna che Marianna sia mia sposa, poiché sento che, senza di lei, mai si spegnerebbe il fuoco che mi divora il cuore.
      — Ragione di più per agire colla massima prudenza, onde sorprendere il lord.
      — Sorprenderlo! E credi tu che il lord non stia in guardia? Egli sa che io sono capace di tutto e avrà radunato nel suo parco dei soldati e dei marinai.
      — Può essere, ma ricorreremo a qualche astuzia. Chissà, qualche cosa mi frulla già pel capo e potrebbe mutare. Ma, dimmi amico mio, si lascerà rapire Marianna?
      — Oh! sì, me lo ha giurato.
      — E la condurrai a Mompracem?
      — Sì.
      — E, dopo averla sposata, ve la terrai per sempre?
      — Non lo so Yanez — disse Sandokan, emettendo un profondo sospiro. — Vuoi tu che la releghi nella mia selvaggia isola per sempre? Vuoi tu che ella viva per sempre fra i miei tigrotti che non sanno altro che trarre archibugiate, menare il kriss e la scure? Vuoi tu che io mostri ai suoi dolci occhi, spettacoli orrendi, sangue e stragi per ogni dove, che l'assordi colle urla dei combattenti e il ruggito dei cannoni e che la esponga a un continuo pericolo?... Dimmi, Yanez, nel mio caso, faresti tu ciò?
      — Ma pensa, Sandokan, a ciò che diverrà Mompracem senza la sua Tigre della Malesia. Con te tornerebbe a brillare, tanto da eclissare Labuan e tutte le altre isole e farebbe ancora fremere i figli di quegli uomini che distrussero la tua famiglia e il tuo popolo. Vi sono migliaia di dayaki e di malesi che altro non aspettano che un appello per accorrere a ingrossare la banda delle tigri di Mompracem.


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Le Tigri di Mompracem
di Emilio Salgari
pagine 343

   





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