— chiese Sandokan.
— Come i nostri malesi.
— Delle onde non hai paura.
— Non le temo.
— Allora noi approderemo egualmente.
— Cosa vuoi tentare?
Invece di rispondere Sandokan gridò:
— Paranoa!... Alla barra!...
Il dayako si slanciò verso poppa afferrando la ribolla che Sandokan gli abbandonava.
— Cosa devo fare? — gli chiese.
— Mantenere per ora il praho attraverso il vento — rispose Sandokan. — Bada di non mandarlo attraverso i banchi.
— Non temete, Tigre della Malesia.
Si volse verso i marinai e disse loro:
— Preparate la scialuppa e issatela sulla murata. Quando l'onda spazzerà il bordo la lascerete andare.
Quali intenzioni aveva la Tigre della Malesia? Voleva tentare lo sbarco in quella scialuppa, misero giuocattolo fra quelle tremende ondate? I suoi uomini, udendo quel comando, si guardarono l'un l'altro con viva ansietà, pure s'affrettarono ad obbedire senza chiedere spiegazioni.
Alzarono a forza di braccia la scialuppa e la issarono sulla murata di tribordo, dopo d'avervi messo dentro, per ordine di Sandokan, due carabine, delle munizioni e dei viveri. La Tigre della Malesia s'avvicinò a Yanez dicendogli:
— Salì nella scialuppa, fratellino mio.
— Cosa vuoi tentare, Sandokan?
— Io voglio approdare.
— Noi andremo a fracassarci contro la spiaggia.
— Bah!... Sali Yanez.
— Tu sei pazzo.
Invece di rispondere Sandokan lo prese e lo depose nella scialuppa, poi a sua volta vi balzò dentro. Un'onda mostruosa entrava allora nella baia muggendo tremendamente.
— Paranoa! — gridò Sandokan. — Sta' pronto a virare di bordo.
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