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      — Cosa accadrà dei nostri prahos con simile tempesta?... Credi tu, Sandokan, che si salveranno?... Se dovessero naufragare cosa succederebbe di noi?...
      — I nostri uomini sono valenti marinai — rispose Sandokan. — Essi sapranno trarsi d'impiccio.
      — E se naufragassero?... Cosa potresti fare tu senza il loro aiuto?
      — Cosa farei?... Rapirei egualmente la fanciulla.
      — Tu corri troppo, Sandokan. Due soli uomini, siano pure due tigri della selvaggia Mompracem, non possono affrontare venti, trenta e forse cinquanta moschetti.
      — Ricorreremo all'astuzia.
      — Hum!
      — Mi crederesti capace di rinunziare al mio progetto?... No, Yanez!... Io non tornerò a Mompracem senza Marianna.
      Yanez non rispose. Accese una sigaretta, e si sdraiò in mezzo all'erba che era quasi asciutta essendo protetta dalle larghe foglie dell'albero, chiudendo gli occhi.
      Sandokan invece s'alzò spingendosi verso la spiaggia. Il portoghese, che non dormiva, lo vide aggirarsi sul margine della foresta ora salendo verso il nord ed ora ridiscendendo verso il sud.
      Certamente cercava di orientarsi e di riconoscere quella costa che forse aveva già percorsa durante il suo soggiorno in quell'isola.
      Quando ritornò cominciava ad albeggiare. La pioggia da qualche ora era cessata ed anche il vento non ruggiva più così forte attraverso i mille alberi della foresta.
      — So dove ci troviamo — disse a Yanez.
      — Ah!... — fece questi, preparandosi ad alzarsi.
      — Il fiumicello deve trovarsi verso il sud e forse non è lontano.
      — Vuoi che andiamo a cercarlo?...
      — Sì, Yanez.


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Le Tigri di Mompracem
di Emilio Salgari
pagine 343

   





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