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      — Aspetta un po' che ti raggiunga! Fermati, per mille spingarde, o mi farai scoppiare.
      — Alla villa!... alla villa! — rispondeva invariabilmente il pirata.
      Non si arrestò che dinanzi alle palizzate del parco, più per aspettare il compagno che per prudenza o stanchezza.
      — Auff! — esclamò il portoghese raggiungendolo. — Credi che io sia un cavallo per farmi correre così? La villa non scappa, te l'assicuro io, e poi tu non sai chi può celarsi dietro a quella cinta.
      — Non ho paura degli inglesi — rispose la Tigre che era in preda ad una viva esaltazione.
      — Lo so, ma se tu ti fai ammazzare, non vedrai più la tua Marianna.
      — Ma io non posso rimanere qui, bisogna che io veda la lady.
      — Calma, fratellino mio. Ubbidiscimi e vedrai che qualche cosa potrai vedere. Gli fece cenno di stare zitto e si arrampicò sulla cinta coll'agilità d'un gatto, guardando attentamente nel parco.
      — Mi pare che non ci sia alcuna sentinella — disse. — Entriamo dunque.
      Si lasciò cadere dall'altro lato mentre Sandokan faceva altrettanto e tutti e due s'inoltrarono silenziosamente nel parco, tenendosi nascosti dietro ai cespugli e alle aiuole, e cogli occhi fissi sulla palazzina che si scorgeva confusamente fra le tenebre.
      Erano così giunti a un tiro d'archibugio, quando Sandokan s'arrestò di botto spingendo innanzi a sé la carabina.
      — Fermati Yanez — mormorò.
      — Cos'hai veduto?
      — Degli uomini sono fermi dinanzi alla palazzina.
      — Che sia il lord con Marianna?
      Sandokan, a cui batteva furiosamente il cuore, si alzò lentamente e aguzzò gli occhi guardando quelle figure umane con profonda attenzione.


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Le Tigri di Mompracem
di Emilio Salgari
pagine 343

   





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