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      ...
      — Allora Marianna sarà sorvegliata.
      — Certamente, Sandokan.
      — E non potrà recarsi al mio appuntamento.
      — È probabile, Sandokan.
      — Ma la vedrò egualmente.
      — In quale modo?...
      — Scalando la finestra. Tu già avevi previsto ciò e le abbiamo scritto che si procurasse una fune.
      — E se i soldati ci sorprendono?...
      — Daremo battaglia. Tu sai che hanno paura di noi.
      — Non dico di no.
      — E che noi ci battiamo come dieci uomini.
      — Sì, quando le palle non fioccano troppo fitte. Eh!... Guarda, Sandokan.
      — Cosa vedi?...
      — Un drappello di soldati che lascia la villa — rispose il portoghese che si era issato su di una grossa radice di un vicino pombo per meglio osservare.
      — Dove vanno?...
      — Lasciano il parco.
      — Che vadano a sorvegliare i dintorni?...
      — Lo temo.
      — Meglio per noi.
      — Sì, forse. Ed ora aspettiamo la mezzanotte.
      Accese con precauzione una sigaretta e si sdraiò a fianco di Sandokan, fumando tranquillamente come si trovasse sul ponte di uno dei suoi prahos. Sandokan invece, roso dall'impazienza, non poteva starsene fermo un istante. Di quando in quando si alzava per scrutare cercando di discernere ciò che accadeva nella palazzina del lord o di scoprire la giovanetta. Dei vaghi timori lo agitavano, credendo che gli fosse preparato qualche agguato nei dintorni dell'abitazione. Forse il biglietto poteva essere stato trovato da qualcheduno e recato a lord James invece che a Marianna. Non sapendo più frenarsi, continuava ad interrogare Yanez, ma questi continuava a fumare senza rispondere. Finalmente giunse la mezzanotte.


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Le Tigri di Mompracem
di Emilio Salgari
pagine 343

   





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