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      — Non dirlo, amor mio, poiché dovunque avessero a portarti io saprei raggiungerti.
      — Ma intanto...
      — Si tratta di poche ore, mia diletta. Domani forse i miei uomini giungeranno e sfonderemo queste muraglie.
      Il fischio del portoghese si udì un'altra volta.
      — Parti mio nobile amico — disse Marianna. — Tu corri forse dei grandi pericoli.
      — Oh! Io non li temo.
      — Parti Sandokan, ti prego, parti prima che ci sorprendano.
      — Lasciarti!... Non so decidermi ad abbandonarti. Perché non ho condotto i miei uomini qui? Avrei potuto assalire improvvisamente questa casa e rapirti.
      — Ma fuggì, Sandokan! Ho udite un passo nel corridoio.
      — Marianna!...
      In quel momento nella stanza echeggiò un urlo feroce.
      — Miserabile! — tuonò una voce.
      Il lord, poiché era proprio lui, afferrò Marianna per le spalle cercando di staccarla dai ferri mentre si udivano levare i chiavistelli alla porta del pianterreno.
      — Fuggi! — gridò Yanez.
      — Fuggi Sandokan! — ripetè Marianna.
      Non vi era un solo momento da perdere. Sandokan, che ormai si vedeva perduto se non fuggiva, con un salto immenso attraversò il pergolato precipitandosi nel giardino.
      DUE PIRATI IN UNA STUFAOgni altro uomo che non fosse stato un malese, si sarebbe senza dubbio rotte le gambe in quel salto, ma non così accadde a Sandokan che, oltre ad essere solido come l'acciaio, possedeva una agilità da quadrumane. Aveva appena toccato terra, sprofondando in mezzo ad una aiuola, che era di già in piedi col kriss in pugno, pronto a difendersi. Il portoghese fortunatamente era lì. Gli saltò addosso e afferratolo per le spalle lo spinse bruscamente verso un gruppo d'alberi dicendogli:


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Le Tigri di Mompracem
di Emilio Salgari
pagine 343

   





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