Al di lΰ della cinta vi sono degli uomini in agguato.
Sono molti?
Mi parevano una mezza dozzina.
Per Giove!...
Cosa fare, Yanez?
Allontanarci subito e cercare altrove una via di scampo.
Temo che sia troppo tardi. Povera Marianna!... Forse ci crederΰ giΰ persi e forse uccisi.
Non pensiamo alla fanciulla per ora. Siamo noi che corriamo un grave pericolo.
Andiamocene.
Taci Sandokan. Al di lΰ della cinta odo parlare.
Infatti si udivano delle voci, una rauca e l'altra imperiosa che parlavano presso la palizzata. Il vento che soffiava dalla foresta le portava distintamente agli orecchie dei due pirati.
Ti dico, diceva la voce imperiosa, che i pirati sono entrati nel parco per tentare un colpo di mano sulla villa.
Non credo, sergente Bell rispose l'altra.
Vuoi, stupido, che i nostri camerati sparino delle cartucce per divertimento? Tu hai un cervello vuoto, Willi.
Allora non potranno sfuggirci.
Lo spero. Siamo in trentasei e possiamo vegliare tutta la cinta e radunarci al primo segnale.
Su, lesti, distendetevi e aprite bene gli occhi. Forse abbiamo da fare colla Tigre della Malesia.
Dopo quelle parole si udirono dei rami a spezzarsi e delle foglie a scrosciare, poi piω nulla.
Quei bricconi sono cresciuti ben di numero mormorς Yanez curvandosi verso Sandokan. Noi stiamo per venire circondati, fratellino mio, e se non agiamo con somma prudenza cadremo nella rete che ci hanno tesa.
Taci!... disse la Tigre della Malesia. Odo a parlare.
La voce imperiosa aveva ripreso allora: Tu, Bob, rimarrai qui mentre io vado ad imboscarmi dietro a quell'albero della canfora.
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