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      Per alcuni istanti si udirono i loro passi e le loro voci, poi più nulla.
      Il portoghese quando non udì più nulla respirò a lungo.
      — Corpo di centomila spingarde!... — esclamò. — Mi pare di essere vissuto cento anni in soli pochi minuti. Io ormai non davo una piastra della nostra pelle. Per poco che quel soldato si fosse allungato ci scopriva tutti e due. Si potrebbe accendere un cero alla Madonna del Pilar.
      — Non nego che il momento sia stato terribile — rispose Sandokan. — Quando ho veduto a soli pochi palmi da me quella testa, ho veduto rosso dinanzi ai miei occhi e non so chi mi abbia trattenuto dal far fuoco.
      — Che brutto affare sarebbe stato!...
      — Ora però non avremo più nulla da temere. Continueranno le loro ricerche nel parco, poi finiranno col persuadersi che noi qua non ci siamo più.
      — E quando ce ne andremo?... Non avrai certamente l'idea di rimanere qui qualche settimana. Pensa che i prahos possono ormai essere già giunti alla foce del fìumicello.
      — Non ho alcuna intenzione di fermarmi qui, tanto più che i viveri non abbonderanno. Aspettiamo che la sorveglianza degli inglesi si rallenti un po' e vedrai che prenderemo il volo. Anch'io ho vivissimo desiderio di sapere se i nostri uomini sono giunti, poiché senza il loro concorso non sarà possibile rapire la mia Marianna.
      — Sandokan mio, andiamo a vedere se vi è qualche cosa da porre sotto i denti o da bagnare la gola.
      — Usciamo Yanez.
      Il portoghese, che si sentiva soffocare entro quella stufa fuligginosa, spinse innanzi la carabina, poi strisciò fino allo sportello saltando lestamente su di un vaso che era vicino onde non lasciare sul suolo tracce della fuliggine.


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Le Tigri di Mompracem
di Emilio Salgari
pagine 343

   





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