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      Sandokan imitò quella prudente manovra e balzando di vaso in vaso giunsero alla porta della serra.
      — Si vede nessuno? — chiese.
      — Tutto è oscuro all'esterno.
      — Allora andiamo a saccheggiare i banani.
      Si spinsero fino ai macchioni che crescevano lungo il viale e trovati alcuni banani e dei pombo, fecero un'ampia provvista onde calmare gli stiracchiamenti dello stomaco e gli ardori della sete. Stavano per ritornare nella serra, quando Sandokan si arrestò dicendo:
      — Aspettami qui, Yanez. Voglio andare a vedere dove sono i soldati.
      — È un'imprudenza quella che vuoi commettere — rispose il portoghese. — Lascia che cerchino dove vogliono. Cosa importa ormai a noi?
      — Ho un progetto in testa.
      — Al diavolo il tuo piano. Per questa notte nulla si può fare.
      — Chi lo sa? — rispose Sandokan. — Forse noi possiamo andarcene senza aspettare il domani. D'altronde la mia assenza sarà breve.
      Porse a Yanez la carabina, afferrò il kriss e si allontanò silenziosamente tenendosi sotto la fosca ombra dei macchioni.
      Giunto presso l'ultimo gruppo di banani, scorse a grande distanza alcune torce che si dirigevano verso la cinta.
      — Pare che si allontanino — mormorò. — Vediamo cosa succede nella palazzina di lord James. Ah!... Se potessi vedere, sia pure per un istante la mia fanciulla... Me ne andrei di qui più tranquillo.
      Soffocò un sospiro e si diresse verso il viale procurando di tenersi al riparo dei tronchi degli alberi e dei cespugli.
      Giunto in vista della palazzina, si fermò sotto una macchia di manghi e guardò. Il suo cuore sussultò vedendo la finestra di Marianna illuminata.


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Le Tigri di Mompracem
di Emilio Salgari
pagine 343

   





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