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      — E se la disgrazia si avverasse?... Cosa faremo noi, Sandokan.
      — Cosa faremo?... E tu me lo chiedi, Yanez?... Forse la Tigre della Malesia è un uomo da spaventarsi o da piegare dinanzi al destino?... Noi continueremo la lotta, al ferro del nemico opporremo il ferro, al fuoco il fuoco.
      — Pensa che a bordo del nostro praho non vi sono che quaranta uomini.
      — Sono quaranta tigri, Yanez. Guidati da noi faranno miracoli e nessuno saprà arrestarli.
      — Vuoi scagliarli contro la villa?...
      — Questo lo si vedrà. Ti giuro però che io non abbandonerò quest'isola senza condurre con me Marianna Guillonk, fossi certo di dover lottare contro l'intera guarnigione di Vittoria.
      «Chissà, forse dalla fanciulla dipende la salvezza o la caduta di Mompracem. La nostra stella sta per ispegnersi perché la vedo sempre più impallidire, ma non dispero ancora e forse io la vedrò risplendere più viva che mai.
      «Ah!... se quella fanciulla lo volesse!... Il destino di Mompracem sta nelle sue mani, Yanez
      — E nelle tue — rispose il portoghese con un sospiro. — Orsù è inutile parlarne per ora. Cerchiamo di giungere al fiumicello per accertarci se gli altri due prahos sono tornati.
      — Sì, andiamo — disse Sandokan. — Con un simile rinforzo mi sentirei capace di tentare anche la conquista dell'intera Labuan.
      Guidati da Paranoa, risalirono la riva del fiumicello e si cacciarono su di un vecchio sentiero che il malese aveva scoperto qualche ora prima.
      Le piante, e specialmente le radici, lo avevano invaso, però rimaneva ancora uno spazio sufficiente per permettere ai pirati di inoltrarsi senza troppe fatiche.


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Le Tigri di Mompracem
di Emilio Salgari
pagine 343

   





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