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      — Vi credo — rispose Marianna. — Che importa se il suo passato fu tremendo, se ha immolato vittime a centinaia, se ha commesso vendette atroci?
      «Egli mi adora, egli farà per me tutto ciò che io gli dirò, io farò di lui un altro uomo. Io abbandonerò la mia isola, egli abbandonerà la sua Mompracem, andremo lontani da questi mari funesti, tanto lontani da non udirne più mai parlare.
      «In un angolo del mondo dimenticati da tutti, ma felici, noi vivremo assieme e nessuno mai saprà che il marito della "Perla di Labuan" è l'antica Tigre della Malesia, l'uomo che ha fatto tremare regni e che ha versato tanto sangue. Sì, io sarò sua sposa, oggi, domani, sempre e l'amerò sempre!»
      — Ah! divina lady!. — esclamò Yanez, cadendo alle sue ginocchia. — Ditemi cosa posso fare per voi, pur di liberarvi e di condurvi da Sandokan, dal mio buon amico, dal mio fratello.
      — Avete fatto fin troppo venendo qui e vi serberò riconoscenza fino alla morte.
      — Ma ciò non basta: bisogna decidere il lord a ritirarsi a Vittoria per dar campo a Sandokan di agire.
      — Ma se io parlo, mio zio che è diventato estremamente sospettoso, temerà qualche tradimento e non abbandonerà la villa.
      — Avete ragione, adorabile milady. Ma credo che ormai abbia deciso di lasciare la villa e di ritirarsi a Vittoria. Se ha qualche dubbio cercherò io di farlo risolvere.
      — State in guardia, signor Yanez, perché egli è assai diffidente e potrebbe fiutare qualche cosa. Siete un bianco, è vero, ma quell'uomo forse sa che Sandokan ha un amico dalla pelle pallida.


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Le Tigri di Mompracem
di Emilio Salgari
pagine 343

   





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