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      — Sarò prudente.
      — Vi aspetta il lord?
      — Sì, milady, mi ha invitato a cena.
      — Andateci, onde non si metta in sospetto.
      — E voi verrete?
      — Sì, più tardi ci rivedremo.
      — Addio milady — disse Yanez baciandole cavalierescamente la mano.
      — Andate nobile cuore; io non vi dimenticherò mai.
      Il portoghese uscì come ubriaco, abbarbagliato da quella splendida creatura.
      — Per Giove! — esclamò dirigendosi verso il gabinetto del lord. — Non ho mai veduto una donna così bella e, davvero, comincio a invidiare quel briccone di Sandokan.
      Il lord l'attendeva passeggiando innanzi e indietro, colla fronte aggrottata e le braccia strettamente incrociate.
      — Ebbene, giovinotto, che accoglienza vi ha fatto mia nipote? — chiese con voce dura e ironica.
      — Pare che non ami udir parlare di mio cugino William — rispose Yanez. — Poco mancò che mi scacciasse.
      Il lord crollò il capo e le sue rughe divennero profonde.
      — Sempre così! Sempre così! — mormorò coi denti stretti.
      Si rimise a passeggiare, rinchiuso in un silenzio feroce, agitando nervosamente le dita, poi fermandosi dinanzi a Yanez che lo guardava senza fare un gesto, gli chiese:
      — Cosa mi consigliate di fare?
      — Vi ho già detto, milord, che la miglior cosa da farsi è quella di andare a Vittoria.
      — È vero.
      — Credete voi che mia nipote possa un giorno amare William? — gli domandò.
      — Lo spero, milord, ma bisogna prima che la Tigre della Malesia muoia — rispose Yanez.
      — Riusciranno a ucciderla?
      — La banda è circondata dalle nostre truppe e William le comanda.
      — Sì, è vero, l'ucciderà o si farà uccidere da Sandokan.


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Le Tigri di Mompracem
di Emilio Salgari
pagine 343

   





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