Lo conosco quel giovinotto, è destro e coraggioso.
Tacque ancora e si mise alla finestra guardando il sole che lentamente tramontava. Rientrò dopo pochi minuti dicendo:
— Voi dunque mi consigliate di partire?
— Sì milord — rispose Yanez. — Approfittate della buona occasione per abbandonare la villa e rifugiarvi a Vittoria.
— E se Sandokan avesse lasciati alcuni uomini imboscati nei dintorni del parco? Mi hanno detto che v'era con lui quell'uomo bianco che si chiama Yanez, un audace che forse non cede alla Tigre della Malesia.
— Grazie del complimento — mormorò in cuor suo Yanez, facendo uno sforzo supremo per trattenere le risa.
Poi guardando il lord, disse:
— Voi avete una scorta sufficiente per respingere un attacco.
— Prima era numerosa, ma ora non lo è più. Ho dovuto rimandare al governatore di Vittoria molti uomini, avendone lui urgente bisogno. Voi sapete che la guarnigione dell'isola è molto scarsa.
— Questo è vero, milord.
Il vecchio capitano s'era rimesso a passeggiare con una certa agitazione. Pareva che fosse tormentato da un grave pensiero o da una profonda perplessità. Ad un tratto si avvicinò bruscamente a Yanez, chiedendogli:
— Voi non avete incontrato nessuno venendo qui, è vero?
— Nessuno, milord.
— Non avete notato nulla di sospetto?
— No, milord.
— Quindi si potrebbe tentare la ritirata?
— Lo credo.
— Eppure dubito.
— Che cosa milord!
— Che tutti i pirati siano partiti.
— Milord, io non ho paura di quei furfanti. Volete che faccia una gita nei dintorni?
— Ve ne sarei grato. Volete una scorta?
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