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      — Il vecchio sembra ormai deciso a partire, — concluse egli, — quindi tu puoi ormai essere certo di non ritornare solo a Mompracem. Sii prudente, fratellino, poiché vi sono non pochi soldati nel parco e dovremo lottare bene per sgominare la scorta. E poi, non mi fido molto di quel vecchio. Sarebbe capace di uccidere sua nipote piuttosto di lasciarsela rapire da te.
      — La rivedrai tu questa sera?...
      — Certo.
      — Ah!... Se potessi anch'io entrare nella villa!...
      — Quale pazzia!...
      — Quando si metterà in marcia il lord?
      — Non lo so ancora, però credo che prenderà questa sera una decisione.
      — Che parta questa notte?...
      — Lo suppongo.
      — Come poterlo sapere con certezza?...
      — Non vi è che un mezzo.
      — Quale?...
      — Mandare uno dei nostri uomini nel chiosco cinese o nella serra e attendere colà i miei ordini.
      — Vi sono delle sentinelle sparse nel parco?
      — Non ne ho veduto che ai cancelli — rispose Yanez.
      — Se andassi io nella serra?...
      — No, Sandokan. Tu non devi abbandonare questo sentiero. Il lord potrebbe precipitare la partenza e la tua presenza è necessaria per guidare i nostri uomini. Tu sai bene che conti per dieci.
      — Manderò Paranoa. È destro, è prudente e giungerà nella serra senza farsi scorgere. Appena tramontato il sole varcherà la cinta e andrà ad attendere i tuoi ordini. Stette un momento silenzioso, poi disse:
      — E se il lord cambiasse pensiero e rimanesse nella villa?...
      — Diavolo!... Che brutto affare!...
      — Non potresti tu aprirci la porta di notte e lasciarci entrare nella villa? E perché no?


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Le Tigri di Mompracem
di Emilio Salgari
pagine 343

   





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