Pagina (248/343)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Un gruppo di cavalli scalpitava presso il cancello del parco.
      — Dov'è mia nipote? — chiese il lord.
      — Eccola — rispose il sergente che comandava la scorta. Infatti lady Marianna scendeva in quel momento la gradinata.
      Era vestita da amazzone, con un giubbettino di velluto azzurro e lunga veste di egual stoffa, costume e tinta che facevano doppiamente risaltare il suo pallore e la bellezza del suo viso. In capo portava un grazioso berretto adorno di piume, inclinato sui dorati capelli.
      Il portoghese, che l'osservava attentamente, vide due lagrime tremolare sotto le palpebre e sul viso profondamente scolpita una viva ansietà. Non era più l'energica fanciulla di poche ore prima che aveva parlato con tanto fuoco e tanta fierezza. L'idea di un rapimento in quelle condizioni, l'idea di dover abbandonare per sempre suo zio che era l'unico parente che ancora vivesse, che non l'amava, è vero, ma che aveva avuto per lei non poche attenzioni durante la sua gioventù, di dover per sempre lasciare quei luoghi per gettarsi in un avvenire oscuro, incerto, fra le braccia di un uomo che si appellava la Tigre della Malesia, parevano atterrirla.
      Quando salì a cavallo le lagrime non più frenate le caddero abbondanti e alcuni singhiozzi le sollevarono il seno.
      Yanez spinse il proprio cavallo verso di lei e le disse:
      — Coraggio, milady; l'avvenire sarà ridente per la «Perla di Labuan».
      Ad un comando del lord il drappello si mise in marcia uscendo dal parco e prendendo il sentiero che conduceva alla imboscata.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le Tigri di Mompracem
di Emilio Salgari
pagine 343

   





Marianna Tigre Malesia Labuan