Sandokan che li guidava, s'avventò in mezzo ai cavalli, dietro ai quali si erano prontamente radunati gli uomini della scorta e abbattè con un gran colpo di scimitarra il primo uomo che gli si parò dinanzi.
Il lord gettò un vero ruggito. Con una pistola nella sinistra e la sciabola nella destra si avventò verso Marianna che si era aggrappata alla criniera della sua cavalla, ma Yanez era balzato a terra. Afferrò la giovanetta, la levò di sella e stringendosela al petto colle robuste braccia, cercò di passare fra i soldati e gli indigeni che si difendevano col furore che infonde la disperazione, trincerati, dietro i loro cavalli.
— Largo! largo! — gridò egli cercando di dominare colla voce il fracasso della moschetteria e il cozzar furioso delle armi.
Ma nessuno badava a lui all'infuori del lord che si preparava ad assalirlo. Per maggior disgrazia o per sua fortuna forse, la giovanetta gli svenne fra le braccia.
Egli la depose dietro un cavallo morto nel mentre che il lord, pallido di furore, gli faceva fuoco addosso.
Con un salto evitò la palla, poi roteando la sciabola, gridò:
— Aspetta un po', vecchio lupo di mare, che ti farò assaggiare la punta del mio ferro.
— Traditore, ti uccido! — rispose il lord.
Si scagliarono l'uno contro l'altro, uno risoluto a sacrificarsi per salvare la giovanetta, l'altro deciso a tutto pur di strapparla alla Tigre della Malesia. Mentre si scambiavano tremendi fendenti con accanimento senza pari, inglesi e pirati combattevano con pari furore, tentando di respingersi vicendevolmente.
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Marianna Yanez Tigre Malesia
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