«Non piangere, Marianna, l'avvenire che ci aspetta non sarà tetro, non sarà oscuro, ma bensì ridente, tutto felicità.
«Andremo lontani, tanto da non udire più mai parlare delle nostre isole che ci hanno veduti crescere, vivere, amare e soffrire; perderemo patria, amici, parenti, ma che importa? Ti darò una nuova isola, più gaia, più ridente, dove io non udrò più il ruggito dei cannoni, dove non vedrò alla notte folleggiarmi intorno quel corteo di vittime da me immolate che mi urlano sempre: assassino! No, non vedrò più nulla di tutto ciò e potrò ripeterti da mane a sera quella divina parola che per me è tutto: t'amo e sono tuo sposo! Oh! Ripetimi anche tu questa dolce parola che mai udii risuonare agli orecchie miei durante la mia burrascosa vita.»
La giovanetta s'abbandonò nelle braccia del pirata ripetendo fra i singhiozzi:
— T'amo, Sandokan, t'amo e come giammai donna alcuna amò sulla terra!
Sandokan se la strinse al petto, le sue labbra baciavano i dorati capelli di lei e la sua fronte nivea.
— Ora che sei mia, guai a chi ti tocca! — riprese il pirata. — Oggi siamo su questo mare, ma domani saremo al sicuro nel mio inaccessibile nido dove nessuno avrà l'ardire di venirci ad assalire; poi, quando ogni pericolo sarà scomparso, andremo ove tu vorrai, o mia diletta fanciulla.
— Sì, — mormorò Marianna, — andremo lontani, tanto da non udire più mai parlare delle nostre isole.
Mandò un profondo sospiro che pareva un gemito e svenne fra le braccia di Sandokan. Quasi nel medesimo istante una voce disse:
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Marianna Sandokan Marianna Sandokan
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