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      — Fratello, il nemico ci insegue!
      Il pirata si volse stringendosi al petto la fidanzata e si trovò di fronte a Yanez che gli additava un punto luminoso scorrente sul mare.
      — Il nemico? — chiese Sandokan coi lineamenti alterati.
      — Ho veduto ora quel lume: viene dall'oriente, forse laggiù una nave corre sulle nostre tracce, desiosa di riacquistare la preda rapita al lord.
      — Ma noi la difenderemo, Yanez! — esclamò Sandokan. — Guai a chi tenterà di sbarrarci il passo, guai a loro! Io sarei capace di pugnare, sotto gli occhi di Marianna, contro il mondo intero.
      Guardò attentamente il fanale segnalato e si strappò dal fianco la scimitarra. Marianna allora tornava in sé. Vedendo il pirata coll'arma in pugno gettò un leggero grido di terrore.
      — Perché quell'arma sguainata, o Sandokan? — chiese impallidendo.
      Il pirata la guardò con suprema tenerezza ed esitò, ma poi traendola dolcemente a poppa le mostrò il fanale.
      — Una stella? — chiese Marianna.
      — No, amor mio, è una nave che ci insegue, è un occhio che scruta avidamente il mare cercandoci.
      — Mio Dio! Ci inseguono adunque?
      — È probabile, ma troveranno palle e mitraglia per dieci dei loro.
      — Ma se ti uccidessero?
      — Uccidermi! — esclamò egli raddrizzandosi, mentre un lampo superbo gli guizzava negli occhi. — Io mi credo ancora invulnerabile!
      L'incrociatore, poiché tale doveva essere, non era più una semplice ombra. I suoi alberi spiccavano ormai nettamente sul fondo chiaro del cielo e si vedeva innalzarsi una grossa colonna di fumo in mezzo alla quale volteggiavano miriadi di scintille.


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Le Tigri di Mompracem
di Emilio Salgari
pagine 343

   





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