Voglio mostrare loro anche la moglie della Tigre della Malesia.
— Marianna?...
— Sì, Yanez.
— Quale pazzia!...
— Così si saprà a Labuan che la Tigre della Malesia ha osato violare le coste dell'isola e affrontare i soldati che vegliavano su lord Guillonk.
— A Vittoria non si ignorerà ormai l'ardita spedizione da te tentata.
— Non importa. È pronto il mortaio?...
— È già caricato, Sandokan.
— Fra pochi minuti noi puniremo quel curioso. Frantumerò una delle sue ruote, lo vedrai, Yanez.
Mentre parlavano, verso oriente una pallida luce, che si tingeva però rapidamente di riflessi rosei, continuava a diffondersi in cielo. La luna stava tramontando in mare, mentre gli astri continuavano ad impallidire. Ancora pochi minuti ed il sole doveva comparire. Il legno da guerra era allora lontano circa millecinquecento metri. Forzava sempre le macchine però perdeva cammino ad ogni minuto. Il veloce praho guadagnava rapidamente aumentando il vento collo spuntare dell'alba.
— Fratellino mio — disse ad un tratto Yanez. — Giù un buon colpo all'incrociatore.
— Fa' prendere terzaruoli sulle vele di trinchetto e di maestra — rispose Sandokan. — Quando sarà a cinquecento metri darò fuoco al mortaio.
Yanez diede subito il comando. Dieci pirati s'inerpicarono sulle griselle, abbassarono le due vele ed eseguirono rapidamente la manovra. Ridotta la velatura, il praho cominciò a rallentare la corsa. L'incrociatore, accortosene, riprese il cannoneggiamento, quantunque fosse ancora assai lontano per sperare in un buon successo.
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