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      — Tigre della Malesia — disse un capo avanzandosi. — Nessuno, finché uno di noi rimarrà vivo, verrà a rapire la «Perla di Labuan» ora che la ricopre la bandiera della pirateria. Ordinate: noi siamo pronti a dare tutto il nostro sangue per lei!
      Sandokan, profondamente commosso guardò quei prodi che acclamavano le parole del capo e che, dopo aver perduto tanti compagni, ancora offrivano la loro vita per salvare colei che era stata la principale causa delle loro sventure.
      — Grazie amici — disse con voce soffocata.
      Si passò più volte una mano sulla fronte, mandò un profondo sospiro, porse il braccio alla lady che non era meno commossa e si allontanò col capo chino sul petto.
      — È finita — mormorò Yanez con voce triste.
      Sandokan e la sua compagna salirono la stretta gradinata che conduceva sulla rupe, seguiti dagli sguardi di tutti i pirati che li guardavano con un misto di ammirazione e di rammarico, e si fermarono dinanzi alla grande capanna.
      — Ecco la tua dimora — diss'egli entrando. — Era la mia; è un brutto nido dove si svolsero talora cupi drammi... E indegno di ospitare la «Perla di Labuan», ma è sicuro, inaccessibile al nemico che non potrà forse mai qui giungere.
      «Se tu fossi diventata la Regina di Mompracem, l'avrei abbellito, ne avrei fatto una reggia... Orsù, perché parlare di cose impossibili? Tutto è morto o sta per morire qui.»
      Sandokan portò le mani al cuore e il suo viso si alterò dolorosamente. Marianna gli gettò le braccia al collo.
      — Sandokan tu soffri, tu mi nascondi i tuoi dolori.


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Le Tigri di Mompracem
di Emilio Salgari
pagine 343

   





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