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      Senza dubbio egli che ormai aveva preveduta l'imminente fine della pirateria e che ormai si era abituato all'idea di ritirarsi lontano da quei mari, si consolava pensando che fra tanto disastro gli rimaneva ancora la sua adorata «Perla di Labuan».
      Nondimeno sul suo volto si scorgevano le tracce di una forte commozione, che invano sforzavasi di nascondere.
      Affrettando il passo, i pirati giunsero in breve sulle rive di un torrente disseccato, dove trovarono Marianna e i sei uomini posti a guardia di lei. La giovanetta si precipitò fra le braccia di Sandokan che se la strinse teneramente al petto.
      — Dio sia ringraziato — diss'ella. — Tu mi ritorni ancora vivo.
      — Vivo sì, ma sconfitto — rispose egli con voce triste.
      — Così volle il destino, mio prode.
      — Partiamo, Marianna, che il nemico non è lontano. Orsù, tigrotti, non facciamoci raggiungere dai vincitori. Forse ci rimane ancora da pugnare e terribilmente.
      In lontananza si udivano le grida dei vincitori e appariva una luce intensa, segno evidente che il villaggio era stato incendiato.
      Sandokan fece salire Marianna su di un cavallo, fatto colà condurre fino dal giorno innanzi e la piccola truppa si mise rapidamente in cammino per guadagnare le coste occidentali, prima che il nemico giungesse in tempo a tagliare loro la ritirata.
      Alle undici di notte, essi giungevano in un piccolo villaggio della costa, dinanzi al quale stavano ancorati i tre prahos.
      — Presto, imbarchiamoci — disse Sandokan. — I minuti sono preziosi.
      — Verremo assaliti? — chiese Marianna.


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Le Tigri di Mompracem
di Emilio Salgari
pagine 343

   





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