... All'abbordaggio!... La disperazione centuplicava le forze dei pirati.
Scaricarono d'un solo colpo i due cannoni e le spingarde per spazzare la murata dai fucilieri che la occupavano, poi quei trenta valorosi lanciarono i grappini d'abbordaggio.
— Non aver paura, Marianna! — gridò un'ultima volta Sandokan, udendo la giovanetta a invocarlo. Poi alla testa dei suoi valorosi, mentre Yanez più fortunato di tutti faceva saltare la cannoniera lanciandole una granata nella santabarbara, montò all'abbordaggio precipitandosi sul ponte nemico come un toro ferito.
— Largo! — tuonò roteando la sua terribile scimitarra. — Sono la Tigre!...
Seguito dai suoi uomini andò a cozzare contro i marinai che accorrevano colle scuri alzate e li respinse fino a poppa, ma da prua irrompeva un'altra fiumana d'uomini guidati da un ufficiale che Sandokan subito riconobbe.
— Ah! sei tu, baronetto! — esclamò la Tigre precipitandosi contro di lui.
— Dov'è Marianna? — chiese l'ufficiale con voce soffocata dal furore.
— Eccola, — rispose Sandokan, — prendila!
Con un colpo di scimitarra lo atterrò, poi gettandosi su di lui gli piantò il kriss nel cuore, ma quasi nel medesimo tempo stramazzava sul ponte del legno, colpito al cranio col rovescio d'una scure...
I PRIGIONIERIQuando tornò in sé, ancora semintronato dal fiero colpo ricevuto sul cranio, si trovò non più libero sul ponte del proprio legno, ma incatenato nella stiva della corvetta.
Dapprima si credette in preda ad un terribile sogno, ma il dolore che gli martoriava ancora il capo, le carni straziate in più luoghi dalle punte delle baionette e soprattutto le catene che gli serravano i polsi lo richiamarono in breve alla realtà.
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